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Era il 1968 e il fisico Thomas R. Kane della Standford University stava studiando da ben due anni la favolosa caduta sulle quattro zampe dei mici. Non è un salto qualsiasi quello che fanno i felini, in certe condizioni di altezza: è una caduta libera. Cioè nelle condizioni in cui viene a trovarsi un astronauta in orbita.

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Astrogatti

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Era il 1968 e il fisico Thomas R. Kane della Standford University stava studiando da ben due anni la favolosa caduta sulle quattro zampe dei mici. Non è un salto qualsiasi quello che fanno i felini, in certe condizioni di altezza: è una caduta libera. Cioè nelle condizioni in cui viene a trovarsi un astronauta in orbita.

Ecco perchè la Nasa, quando seppe degli studi di Kane, lo interpellò affinchè studiasse come un astronauta insaccato nella pesante tuta, avrebbe potuto muoversi nell’ambiente di microgravità, cioè un po’ come un gatto durante una caduta, appunto. La Nasa diede allo scienziato 60.000 dollari (corrispondenti oggi a circa 300.000).

Così dopo aver studiato equazioni e fatto simulazioni al computer, Kane ottenne quella che fu chiamata la manovra di Jones (in onore di un astronauta): muovendo solo le braccia, l’esploratore spaziale riusciva a impartire un movimento di rotazione anche al resto del corpo. Il merito è della conservzione del momento angolare ma l’eleganza è tutta dei gatti.

Nella foto: lo scatto originale del ginnasta vestito da astronauta che prova le “mosse”.
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