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Non so voi, ma questa foto mi emoziona: queste sono le tracce lasciate da particelle cariche che si trovino ad attraversare una camera a nebbia. E da esse Heisenberg prese ispirazione per il suo celebre Principio di Esclusione….

(continua)

Cuor di particella

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Non so voi, ma questa foto mi emoziona: queste sono le tracce lasciate da particelle cariche che si trovino ad attraversare una camera a nebbia. E da esse Heisenberg prese ispirazione per il suo celebre Principio di Esclusione….

Da pagina 97 di C’era un gatto che non c’era:

…E infatti passeggiando intorno alla mezzanotte nel parco vicino all’Istituto, il freddo fa tremare i neuroni di Werner e… eccola, l’intuizione che mancava: i fisici si stavano facendo la domanda sbagliata. Secondo Heisenberg quella corretta era: la fisica quantistica, che cosa ci permette di conoscere? E per appoggiare la sua visione, il fisico pensò che il famoso esperimento della camera a nebbia di Wilson gli dava più che ragione.
– Camera a nebbia? Cioè una stanza dove non si vede un tubo?
– Più che altro un piccolo recipiente di vetro riempito di aria satura di vapore acqueo. In queste condizioni se un fascio di particelle cariche, come per esempio elettroni, attraversa il recipiente, il passaggio è evidenziato da una traccia di goccioline, cioè del vapore acqueo condensato attorno alla particella. Un po’ come quando in cielo vedi la scia bianca di un aereo.
– Ah, sì… poi bisogna chiedere o pensare a un numero.
– Scusa?
– Sì, a seconda del numero corrisponde una lettera dell’alfabeto e quella è l’iniziale della persona che ti sta pensando! Per esempio…
– Donna, sono felino, non cretino. Ho capito il gioco. Posso continuare?
– Sì, certo…
Che figura di palta che ho fatto.
– Heisenberg riferendosi alla scia di goccioline condensate attorno a quello che appare come una traiettoria degli elettroni dice: siete sicuri di quello che vedete? Quella che si vede nella camera a nebbia non è una traccia continua, come il segno lasciato dal gesso su una lavagna. Se osservate meglio si tratta di una serie di goccioline staccate l’una dall’altra le cui dimensioni sono certamente molto, molto più grandi di quelle di un elettrone. Ma allora significa che l’elettrone non è in un punto preciso ma è passato da qualche parte all’interno di quella che, per lui, è un’enoooorme goccia. Mi segui?
– Certo!
– E fra una goccia e l’altra, siete sicuri di sapere dove si trova l’elettrone? Ovviamente la risposta è no. Heisenberg sente di essere dunque sulla strada giusta. E lavorando sulle equazioni, scopre che il micromondo è un universo chiuso a noi giganti: non rivela a nessuno ogni suo aspetto contemporaneamente.
– Contemporaneamente… Cioè?

(continua ….. )