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Sto leggendo un romanzo thriller-sentimentale scritto bene, piuttosto avvincente e dalla trama originale, ambientato dalla metà del Ventesimo secolo ai primi anni Duemila. Si intitola “Come acqua di limone” e l'autrice è Mamen Sànchez. A un certo punto la protagonista rimane incinta e il medico, per provare il suo stato, utilizza una rana.

(continua)

Il test della rana

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Sto leggendo un romanzo thriller-sentimentale scritto bene, piuttosto avvincente e dalla trama originale, ambientato dalla metà del Ventesimo secolo ai primi anni Duemila. Si intitola “Come acqua di limone” e l'autrice è Mamen Sànchez. A un certo punto la protagonista rimane incinta e il medico, per provare il suo stato, utilizza una rana.

Al piccolo animale è iniettata l'urina della donna. Il libro non dà altre spiegazioni, tranne descrivere l'immagine della rana stecchita, che conferma lo stato di gravidanza. Mi sono incuriosita e ho indagato. E ho scoperto che non solo le rane, ma anche topi e conigli potevano essere utilizzati per queste iniezioni-test.

Il metodo era stato inventato da due scienziati tedeschi, Selmar Aschheim e Bernhard Zondek che negli anni Venti scoprirono che nell'urina delle donne incinte era presente l'ormone gonadotropina corionica (HGC), prodotto dall'embrione. Scoprirono anche che iniettando l'”urina arricchita” in coniglie e topoline sessualmente immature, potevano stimolare, nel corso di 5 giorni circa, un ingrossamento delle ovaie.

Truculento come test di gravidanza: per assicurarsi di questo ovviamente l'animale doveva essere aperto. Negli anni Quaranta si passò alle rane. Per fortuna oggi in farmacia vendono test più affidabili.

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