meleDopo anni di ricerche e indagini condotte nel Nord America e in Europa Occidentale, gli esperti di nutrizione hanno individuato alcuni cibi super – sani da portare sempre in tavola (ovviamente variando nei giorni). E’ una bella occasione anche per ficcare il naso nelle varie molecole che ingeriamo ogni giorno. Con mio enorme dispiacere nell’elenco non ci sono il cioccolato, la focaccia di Recco, il Parmigiano, il pesto e la pizza. Un vero inferno… Scherzi a parte, ecco la lista dei super-cibi: vi piacciono? A me sì, tranne il pesce…

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Dopo anni di ricerche e indagini condotte nel Nord America e in Europa Occidentale, gli esperti di nutrizione hanno individuato alcuni cibi super – sani da portare sempre in tavola (ovviamente variando nei giorni). E’ una bella occasione anche per ficcare il naso nelle varie molecole che ingeriamo ogni giorno. Con mio enorme dispiacere nell’elenco non ci sono il cioccolato, la focaccia di Recco, il Parmigiano, il pesto e la pizza. Un vero inferno… Scherzi a parte, ecco la lista dei super-cibi: vi piacciono? A me sì, tranne il pesce…

Mele: i ricercatori della Florida State University le hanno definite “miracolose”. Il loro studio ha dimostrato che mangiare mele ogni giorno favorisce la diminuzione del colesterolo, dopo almeno 6 mesi di consumo regolare.  Le mele infatti contengono polifenoli, molecole che proteggono le cellule dall’attacco dei radicali liberi. I radicali liberi sono molecole (formate soprattutto da idrogeno e ossigeno) che, avendo un deficit di elettroni, vanno a strappare cariche elettriche negative alle cellule che incontrano. Le cellule rimangono danneggiate dal “furto” e muoiono. È del tutto normale avere radicali liberi che si muovono nel nostro organismo: sono prodotti di scarto del funzionamento delle cellule stesse, un po’ come i gas di scarico delle auto. Ma se mangiamo gli alimenti sbagliati, fumiamo e conduciamo uno schifo di stile di vita, i radicali liberi si accumulano sempre di più, i danni cellulari aumentano e possono favorire le malattie, fra cui cancro e disturbi cardiovascolari.

Mandorle: aiutano a mantenere i giusti livelli di colesterolo grazie al loro contenuto di acidi grassi insaturi. Il colesterolo però non è un’erbaccia da estirpare dal nostro corpo. Solo quando ne abbiamo troppo diventa un problema. Il colesterolo infatti è una molecola fondamentale per il nostro benessere. Senza colesterolo le cellule non potrebbero sopravvivere perché non avrebbero più una membrana e soprattutto noi esseri umani rimarremmo senza ormoni steroidei (tipo il testosterone o gli estrogeni), gli acidi della bile (per la digestione e l’assorbimento di grassi e vitamine) o la vitamina D (indispensabile per assorbire il calcio e fissarlo alle ossa). Solo una piccola parte di colesterolo è assunta attraverso l’alimentazione (il resto lo sintetizza il corpo): allora come mai ci si ammala con un’alimentazione sbagliata? Se si segue un’alimentazione troppo ricca di grassi saturi di origine animale, ci si ammala perché sono proprio i grassi saturi a stimolare la “fabbricazione” di colesterolo da parte dell’organismo. Il colesterolo è un grasso e come tale non si scioglie nel sangue ma l’eccesso si deposita nelle arterie, con conseguenze disastrose. Le mandorle aiutano anche a tenere sotto controllo la fame: basta mangiarne quattro o cinque prima di pranzo o cena.

Broccoli: Contengono fibre (cioè catene di zuccheri legati in modo che il nostro organismo non può digerire), calcio, potassio e fitonutrienti che aiutano a diminuire la possibilità di ammalarsi di alcuni tipi di tumore, diabete e disturbi cardiaci. A proposito di tumore: i broccoli contengono l’enzima mirosinase, una proteina che favorisce la formazione di un’altra molecola, il sulforafane che ha un effetto protettivo contro i tumori di intestino e stomaco. Alcune ricerche sembrano indicare che l’effetto protettivo si estende anche al seno e ai polmoni. Attenzione però: il sulforafane è danneggiato dal calore: non bisogna quindi mangiare broccoli stracotti ma appena sbollentati. Solo 100 grammi di broccoli sono sufficienti per il nostro fabbisogno di vitamina C, anzi di più: danno il 150% della dose giornaliera raccomandata. Chi assume farmaci antitrombotici sa che non deve eccedere nel consumo di broccoli: contengono la vitamina K (da Koagulationsvitamin, identificata nel 1929 dal danese Henrik Dam), che si oppone all’effetto anticoagulante.

Mirtilli: perfetti se vogliamo mantenere la testa lucida, vigile e attenta, come ha dimostrato uno studio della Harvard Medical School. Invece i texani della Woman’s University hanno dimostrato che i mirtilli rallentano la lipogenesi cioè l’accumulo di grasso negli adipociti (le cellule che, come dei magazzini, stipano il grasso). Ottimi per chi soffre di pressione alta: le antocianine (molecole antiossidanti che danno colore a queste bacche) regolarizzano i valori. in Italia il 33% degli uomini e il 31% delle donne soffrono di ipertensione (Fonte: Istituto Superiore di Sanità)

Olio di pesce: forse sarò destinata all’artrite perché essendo vegetariana non ne assumo. Le ricerche dicono che l’olio di pesce assunto attraverso il consumo di salmone, trota, sardine e altri pesci “grassi”, protegge le articolazioni. Ne basta una porzione a settimana per diminuire del 50% il rischio di sviluppare l’artrite reumatoide, una malattia autoimmune che colpisce soprattutto le donne e provoca infiammazione e dolore alla giunture, ai tessuti che le circondano e altri organi. Negli uomini sembra proteggere dal cancro alla prostata.

Vegetali a foglia verde: una miniera di antiossidanti, vitamine, minerali. Ci sono numerosissimi studi che dimostrano quanto fa bene mangiare vegetali a foglia verde. Una meta-analisi sembra dimostrare (gli scienziati, dell’University of Leicester, affermano di aver bisogno di più dati) che prevengano perfino l’insorgere del diabete di tipo 2, il tipo di diabete più diffuso fra gli adulti e che implica un “difetto” nella produzione di insulina. I diabetologi dicono che c’è una vera e propria epidemia di questa malattia. La causa? Sempre la stessa: mangiamo male, troppo e ci muoviamo troppo poco. In Italia ci sono oltre 3.200.000 di diabetici (fonte: Istat, 2013).

Patate dolci:  ricche di fibre, vitamina C e B, magnesio, beta carotene e carboidrati complessi. I carboidrati complessi (amidi e fibre) sono fatti da lunghe catene di molecole di zucchero. Sono carboidrati complessi la pasta, la farina, le patate, per esempio.  Al contrario i carboidrati semplici sono composti da una molecola di zucchero (glucosio, fruttosio o galattosio) oppure due molecole (saccarosio, cioè il comune zucchero da cucina formato da glucosio e fruttosio;  lattosio, formato da galattosio + glucosio;  maltosio formato da due molecole di glucosio). I semplici sono una fonte di energia “rapida” perché sono metabolizzati velocemente dall’organismo. Calorie delle patate dolci: 86 per 100 grammi.

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Fonti

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21457263

http://www.scienceofcooking.com/cholesterol.htm

http://www.medicalnewstoday.com/releases/267214.php

http://www.medicalnewstoday.com/articles/213820.php

http://www.ausl.vda.it/elementi/www/reparti/cardiologia/librettoanticoagulanti.pdf

http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0005/74417/E82161.pdf

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23183291