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L’interesse che provo per questi europei di calcio è pari a quello di conoscere la taglia di reggiseno della Sharapova MA quando c’è di mezzo la fisica non posso tirarmi indietro. Ieri sera uno dei miei amici esordisce così:

-Eh già, se non fosse stato per Pirlo, neanche ‘sto gol ci portavamo a casa…
-Chi?
-Pirlo!
-Ah (boh!).
-Lui è famoso per i suoi effetti. Quando lancia la palla, mica va dritta!
-Ah-ah (la mia palpebra si sta già abbassando)…sfrutta l’effetto Magnus.
-Non so come si chiami ma è un grande.
-Non era una domanda la mia, era un’affermazione: effetto Magnus. Quello per cui dai un movimento di spin alla palla in modo che la parabola non…Ma mi ascolti?
-Ah-ah (ora è lui con la palpebra abbassata).
-Va beh se non ti interessa, smetto.
-No dai, Monica, andiamo su internet e ti faccio vedere di cosa è capace! Così mi spieghi che roba è Magnus.

E va bene, sprechiamo qualche decimo di centesimo di corrente elettrica per vedere Pirlo in azione.
I video caricati su Youtube sono ridicoli: la loro colonna sonora è sempre epica e trionfante, come se tirare un calcio a un pallone potesse salvare il mondo da un’invasione aliena.
La lista delle gesta di Pirlo è lunga. Click. Guardo, osservo. Il mio amico tutto eccitato dice:

-Hai visto? Eh? Hai visto che roba?
-No.
-Come noooo?
-Boh, ha dato un calcio alla palla, fatto la parabola e poi rete.
-EH! Appunto! Hai visto che effetto?

No, io ‘sto effetto proprio non lo vedo. Non ho l’occhio allenato. Al che mi sono documentata.
In pratica grazie all’effetto Magnus, dal nome dello scienziato Heinrich Gustav, un corpo che ruota in un fluido (in questo caso aria) disegna una triettoria che…non ci si aspetta.

Quando il calciatore – oh scusate – l’eroe dei mille mondi calcia il pallone, imprime non soltanto una forza che lo dirige verso la porta ma anche una forza che fa girare il pallone su se stesso, cioè provoca un movimento di spin. A questo punto l’aria a contatto con il pallone si appiccica al pallone stesso, un po’come la Nutella rimane appiccicata al cucchiano immerso nel vasetto: l’aria crea dei vortici in prossimità della superficie della palla. Tale caotico flusso d’aria crea una coppia di forze il cui risultato è una forza che spinge il pallone verso l’alto, deviandolo dalla traiettoria “normale”. È la stessa fisica esistente attorno alle ali di un aereo: il principio di Bernoulli. In altre parole: senza il movimento di spin, la palla disegnerebbe la solita, elegante parabola.
I fisici giapponesi dell’università di Yamagata hanno analizzato con una simulazione al computer come si fa a calciare “alla Pirlo”: la zona frontare le del piede colpisce la palla leggermente fuori dal centro mentre la caviglia si peiga e forma una “L”: così il movimento di spin è assicurato.
Anche Roberto Carlos ha tirato punizioni spettacolari, tanto che alcuni fisici francesi hanno scopeto che le sue non erano le solite traiettorie ma vere e proprie “spirali”.

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