la valigetta atomica

…sono sicura che fra i regali avanzati degli Anni Cinquanta che hai messo da parte nella stalla delle renne, hai ancora qualche kit per studiare la radioattività. Ora te lo descrivo, così non puoi sbagliare. Si chiamava Gilbert U-238 Atomic Energy Lab (allego foto) e solo pochi fortunati bambini (sicuramente maschi) poterono giocarci per due anni, nel 1951 e nel 1952, perché era molto caro per quell’epoca (50 dollari) e perché era un po’ complicato.

(continua)

Caro Babbo Natale…

la valigetta atomica

…sono sicura che fra i regali avanzati degli Anni Cinquanta che hai messo da parte nella stalla delle renne, hai ancora qualche kit per studiare la radioattività. Ora te lo descrivo, così non puoi sbagliare. Si chiamava Gilbert U-238 Atomic Energy Lab (allego foto) e solo pochi fortunati bambini (sicuramente maschi) poterono giocarci per due anni, nel 1951 e nel 1952, perché era molto caro per quell’epoca (50 dollari) e perché era un po’ complicato.

Pensa Babbo, nel kit c’erano ben quattro fonti di radiottività: uranio grezzo, Pb-210 (piombo 210, decadimento alfa e beta, cioè emette nuclei di elio ed elettroni), Ru-106 (Rutenio-106, decadimento beta), una sorgente di raggi gamma che forse era Zinco 65. E poi nella scatola puoi trovare un spintaroscopio (uno strumento che serve per osservare le singole particelle alfa), una camera a nebbia in miniatura per vedere le tracce di goccioline lasciate dalle particelle alfa prvenienti dal decadimento del Polonio 210, un contatore geiger (nel caso mi cadesse una briciola di plutonio nel piatto di pasta, devo sapere quanto è radiottivo, no?) e tanti altri gadget molto interessanti. Prometto di usarlo solo per giocare e di non spolverare briciole di uranio sul pandoro. Forse. Dipende da chi invito a cena.