rossetto

Ogni tanto arriva la mail, inoltrata da centinaia di persone, che ci mette in guardia su rossetti che avvelenano, deodoranti che provocano malattie tremende e tanto altro. Ma è tutto vero o sono solo bufale che corrono sul web? È ora di fare chiarezza! Ho selezionato e “smontato” le 5 beauty-leggende più note, con l'aiuto della professoressa Silvia Vertuani, ricercatrice e coordinatore didattico del Master in Scienza e Tecnologia Cosmetiche all'Università di Ferrara. Ah e poi alla fine troverete anche l'opinione di uno psicologo.

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Le bufale della bellezza

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Ogni tanto arriva la mail, inoltrata da centinaia di persone, che ci mette in guardia su rossetti che avvelenano, deodoranti che provocano malattie tremende e tanto altro. Ma è tutto vero o sono solo bufale che corrono sul web? È ora di fare chiarezza! Ho selezionato e “smontato” le 5 beauty-leggende più note, con l'aiuto della professoressa Silvia Vertuani, ricercatrice e coordinatore didattico del Master in Scienza e Tecnologia Cosmetiche all'Università di Ferrara. Ah e poi alla fine troverete anche l'opinione di uno psicologo.

È vero che… il piombo nei rossetti ti avvelena?

No, a patto di sceglierlo bene. «Il piombo può essere riscontrabile come contaminante tecnicamente inevitabile nel prodotto cosmetico, sia dei pigmenti responsabili del colore, o derivante dagli impianti di produzione. In Europa le aziende serie e qualificate devono valutare la qualità delle materie prime e garantire la sicurezza del prodotto finito. Quindi ritengo che se ci affidiamo ad esse e non acquistiamo rossetti provenienti da mercati meno rigorosi del nostro, non ci sia alcun pericolo di restare intossicate dai rossetti» afferma l'esperta.

È vero che… l'alluminio dei deodoranti è tossico e fa venire l'Alzheimer e il cancro al seno?

Manca la prova definitiva per dire “no”. «L'alluminio cloridrato è molto diffuso in quanto è un efficace antitraspirante. Tuttavia è oggetto di studi per valutarne la sicurezza, anche se ad oggi i risultati in letteratura scientifica sono tra loro discordanti, e la correlazione tra l'uso di questo ingrediente e l'insorgenza del tumore al seno non è dimostrata. Consiglio di non impiegare il medesimo prodotto per lungo tempo e alternare con altri che hanno meccanismi antiodoranti diversi per ridurre il rischio di sensibilizzazione» suggerisce la cosmetologa.

È vero che… una donna nel corso di una vita ingerisce fino a 5 kg di rossetto?

No. Qui serve un pizzico di matematica. Tenendo conto di una donna che inizia a 15 anni e finisce a 70 e che in media un rossetto pesa 3,5 grammi significa che ha una “carriera da consumatrice” per 55 anni. Supponiamo anche che un rossetto duri 2 mesi. Allora si consumeranno 330 tubetti, cioè 6 all'anno. Significa che avrebbe ingerito in media 3,5 grammi x 330 = 1,15 chili di prodotto. Ben lontano dai 5 kg della bufala, soprattutto se pensiamo al rossetto che rimane sui bicchieri, sui tovaglioli e tutti quei giorni in cui non si indossa.

È vero che… il sodiolaurilsolfato dello shampoo è cancerogeno?

No. «Il più reale pericolo del Sodium Lauril Sulfate è che si tratta di un ingrediente detergente poco delicato per la cute e può compromettere la funzione barriera dell'epidermide. In Italia è molto frequente trovare il suo succedaneo, il Sodium Laureth Sulfate, che se pur più tollerato non lo consiglierei per un uso continuativo e per pelli delicate e sensibili. Per una maggiore tollerabilità, cercate sulle etichette dei detergenti il Sodium Lauroyl Sarcosinate molto più dermo compatibile, o derivati di zuccheri come il Lauryl Glucoside» dice la professoressa.

È vero che… il mascara contiene guano di pipistrello?

Assolutamente no. Inizia tutto nel 2010 quando il conduttore della trasmissione televisiva americana Billy The Examinator dichiara questa sciocchezza. «Probabilmente ha letto che negli ingredienti c'è la guanina, un ingrediente bianco cristallino che serve per dare lucentezza. È vero che il termine deriva dallo spagnolo “guano” ma per uso cosmetico lo si può ottenere dalla lavorazione delle iridescenti scaglie di pesce e non dagli “scarti” dei pipistrelli» spiega la ricercatrice.

Chi si diverte a creare le leggende metropolitane? Ecco cosa mi ha spiegato il dottor Jacopo Casiraghi, psicologo clinico a Milano: «L'autore di una leggenda metropolitana è mosso da diverse motivazioni, fra cui: screditare un prodotto per fede ideologica, o per scherzo ma poiché colpisce l'immaginario popolare si sviluppa in una vera e propria horror story. Infine nelle versioni più appassionanti la leggenda metropolitana è prodotto dall'antico desiderio dell'uomo di raccontare storie per spiegare misteri, suscitare paura o incredulità. E oggi queste storie crescono e acquisiscono verosimiglianza attraverso il web, i forum, FB e le mail, che fanno da cassa di risonanza, diventando motori di grosse bufale».