nickelAllergia al nickel: ecco qualche informazione tratte da un mio articolo apparso qualche tempo fa per il mensile "Natural", dove ho interviitato alcuni esperti. Buona lettura.(continua)

nickelAllergia al nickel: ecco qualche informazione tratte da un mio articolo apparso qualche tempo fa per il mensile "Natural", dove ho interviitato alcuni esperti. Buona lettura

Quali sono i principali elementi che scatenano allergie e che sono presenti nei cosmetici? Spiega la dottoressa Giselda Colombo, immuno-allergologa e responsabile del Centro di Allergologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano: «Innanzitutto il nickel, che non è aggiunto come ingrediente a sé ma come impurità, in quanto in natura si trova legato ai minerali che servono come pigmenti. La normativa europea tollera la presenza in tracce, cioè in quantità talmente piccole da non essere misurabili. Ecco perché non è possibile escludere al 100% la presenza di questo metallo, verso cui sono sensibilizzate il 17% delle donne e il 3% degli uomini. A seguire vi sono profumi e aromi: numerose sono le fragranze che utilizzate nei cosmetici, tanto che il pannello diagnostico raccomandato ne comprende ben 26 (fra cui alcool cinnamico, limonene, citronella, eugenolo, geraniolo, ecc.). In particolare negli ultimi tempi sempre più persone stanno diventando allergiche al lyral, che serve per dare profumo ai detergenti per il corpo e ai detersivi. Ricordiamo inoltre le vitamine (soprattutto A e C) aggiunte in creme, possono creare allergia, così come la parafenilendiamina, contenuta nelle tinture per capelli e anche nei tatuaggi scuri. Nelle creme sono anche contenuti gli alcoli della lanolina, che conferiscono fluidità ai prodotti e olii vegetali, altamente allergizzanti (come per esempio i derivati dal sesamo) che sono inoltre utilizzati per preparazioni cosmetiche per conferire “morbidezza”. Come conservanti danno frequente sensibilizzazione il metilcloroisotiazolinone, i parabeni, il Propolis, aggiunto per il suo potere antisettico».

Perché il nickel è uno dei maggiori allergeni? «Perché siamo continuamente esposti ad esso: il nickel è dappertutto. Nei detersivi, negli oggetti metallici di ogni tipo, dalle graffette ai rubinetti passando per le tastiere dei computer, negli utensili da cucina, nelle chiavi ecc: l’elenco è lunghissimo» avverte la dottoressa Maria Rosa Gaviglio, specialista in dermatologia a Pavia e Milano. Se sono allergica al nickel, cosa devo evitare? Diverse cose, non solo certi cosmetici. «Attenzione anche ai fattori esterni che si sovrappongono e possono indurre una reazione cosiddetta crociata. Per esempio pensiamo al caso di chi è allergica al nickel: sa di dover evitare bigiotteria di scarsa qualità ma se durante il giorno mangia pomodori, aringhe, ecc che ne contengono in quantità, indossa abiti verde-militare (il nichel è utilizzato nella composizione del colore), si deterge con prodotti contenenti tale sostanza e poi si trucca con la matita nera dove ci sono tracce di nickel, allora in questo caso potrebbe avere una reazione allergica anche se la matita normalmente non le dava fastidio» dice la dottoressa Gaviglio.

C’è differenza fra intolleranza, sensibilità e allergia? Spiega la dottoressa Gaviglio: «Innanzitutto il termine “intolleranza” andrebbe riservato al campo alimentare, dove vi sono reazioni indotte dall'assunzione di cibo e con conseguenze gastro-intestinali. Per quanto riguarda la pelle si parla di allergia (dermatite allergica e/o irritativa da contatto) e di ipersensibilità. In entrambi i casi la reazione della pelle si instaura in tempi differenti a seconda della persona e si manifesta con sintomi quali eritema, pizzicore, prurito. Ma mentre una reazione allergica scatena una risposta cellulare specifica, in caso di ipersensibilità tale reazione non si innesca e la situazione si risolve non appena si interrompe il contatto con la sostanza. I casi di pelle ipersensibile sono costantemente in aumento in quanto sono numerose le cause, fra cui l'utilizzo di prodotti inadeguati o in numero eccessivo. Quello che accade è che il delicato film idrolipidico di protezione si altera e lascia la cute esposta al contatto con i differenti attivi. Per esempio pensiamo alla ceretta: può per così dire "stressare" la pelle con possibilità irritazione a seguito dell'applicazione di un cosmetico, mentre lo stesso semplice bagnoschiuma ad utilizzo quotidiano può diventare troppo aggressivo su una pelle “traumatizzata” da un’eccessiva esposizione solare».

Cosa succede se la pelle è allergica? «Nelle persone predisposte alla dermatite da contatto quando la molecola di allergene penetra, si lega alle cellule di Langherans, che rappresentano un po’ gli avamposti del nostro sistema immunitario. La coppia allergene-cellula viaggia nel sangue e incontra i linfociti, che prendono l’allergene e lo portano verso i linfonodi. Da qui parte un segnale di allarme perché il sistema immunitario riconosce che l’allergene è un “intruso” e da quel momento scatta la reazione allergica di difesa con la produzione di citochine. Ecco allora che localmente, dove il prodotto è stato applicato, compaiono i rossori, i pruriti e nei casi più gravi delle vescicole che si riempiono di liquido. Bisogna assolutamente evitare di grattarsi perché altrimenti si espone la pelle alle infezioni batteriche. Se la persona non elimina la fonte di allergia, poi, la pelle si desquama e diventa più spessa» avverte la dottoressa Colombo.

Quanto dura la reazione allergica? «L'allergia prevede come detto una vera e propria cascata cellulare specifica che a seconda dei casi può indurre una reazione a breve-medio lungo termine. Solitamente nelle fasi iniziali la pelle venuta a contatto con il cosmetico “sbagliato” dà prurito e compare una sensazione fastidiosa. Se ignoriamo questo segnale e insistiamo con l’applicazione del prodotto, inizia il vero e proprio processo infiammatorio con la comparsa di eritema, secchezza ed edema» dice la dottoressa Gaviglio.

La dermatite da contatto è in aumento? «In vertiginoso aumento. E ne soffrono più le donne degli uomini perché ogni giorno sono a contatto con molte più sostanze chimiche, fra cui appunto i cosmetici e i detersivi, che possono contenere nickel. A questo proposito attenzione anche alla bigiotteria “nickel free”: è vero che nickel non è presente sullo strato esterno a contatto con la pelle ma ci può essere nel metallo sottostante. Quindi quando la copertura dorata o argentato si consuma è meglio non indossare più l’accessorio altrimenti si viene a contatto con il nickel» avverte la dottoressa Colombo. Come si cura la dermatite da contatto? «Innanzitutto bisogna evitare il contatto con la sostanza allergizzante. Poi se il prurito è troppo intenso si può applicare una crema a base di cortisone oppure assumere degli antistaminici» dice la dottoressa Colombo.

Si può tornare nel tempo a non essere più allergici? «No, nelle dermatiti da contatto le sostanze irritanti rimangono tali per tutta la vita. L’unico caso in cui il sistema immunitario “rinsavisce” è nei confronti dei pollini delle graminacee: può capitare che una persona diminuisca la propria sensibilità perché con l’età il sistema immunitario diventa meno reattivo» afferma la dottoressa Colombo.

I test  dicono esattamente a cosa si è allergici? «Per stabilire la presenza di allergia da contatto si eseguono i Patch test, che testano in prima battuta la cosiddetta “serie standard” di circa 40 allergeni. Per quanto riguarda buona parte delle sostanze allergizzanti, come balsamo del Perù, cromo o nickel, la reazione è certa ed univoca mentre per alcune come conservanti e profumi viene testato un mix che può non essere del tutto esauriente per eliminare qualche cosmetico. Il test è semplice: una goccia di prodotto “sospetto” è messo a contatto con la pelle attraverso un cerotto da tenere 48-72 ore. Se la persona è allergica, sulla cute ci sarà un arrossamento di diversa intensità fino alla formazione di vescicole. Quindi se per esempio una persona è allergica ai profumi, sceglierà creme prive di queste molecole, mentre se lo è ai conservanti, sceglierà prodotti dalla formulazione semplice e monodosi, che non richiedono appunto l’aggiunta di questi ingredienti» dice la dottoressa Gaviglio.