matematica e bucato

Avete dato un’occhiata alle etichette dei detersivi? Gli ingredienti sono tutti uguali. Credo che esista una sorta di effetto placebo per cui alla fine uno si convince che SuperBianco lavi meglio di BucatoBrillante. Il detersivo del futuro però sarà completamente diverso: sarà addizionato con polvere di nanodiamanti!

Provo una sincera invidia per chi non fa il bucato. Perché ha ancora la mamma/la nonna/la zia che non solo non vede l’ora di ammorbidire il guardaroba a 40 gradi ma anche di stirarlo. Oppure perché si può permettere le lavanderie. Vicino alla mia lavatrice invece c’è un mucchio di roba non ben identificata nei colori e nelle stoffe, che attende di essere centrifugata. Nell’altra stanza invece la pila è alta la metà e aspetta di essere lisciata a vapore. Forse è per questo che non ho mai niente da mettermi? Comunque a parte i miei problmei di gestione della lotta alle macchie, ho letto che il detersivo del futuro sarà a base di nanodiamanti.

Si tratta di polvere di carbonio dalle dimensioni estremamente ridotte: il diametro di un capello umano diviso 10.000 volte. Questa polvere riesce a migliorare le prestazioni dei classici tensioattivi, che così possono strappare dalle superfici le vecchie macchie di grasso lavorando a temperature più basse rispetto a quelle comunemente utilizzate. L’invenzione è firmata dai chimici dell’Univeristà di Warwick (Gran Bretagna), che hanno dimostato come basti mescolare al comune detersivo una certa quantità di nanodimanti (da 5 nanometri) per raddoppiare la quantità di grasso rimosso alla temperatura di soli 25 gradi centigradi.

Se qualcuno riuscisse a inventare anche un nanomaggiordomo e un nanostiratore che badi a tutto il processo, gliene sarei eternamente grata.