zampirone

L'estate non è estate se non odora di (RS)-3-allyl-2-methyl-4-oxocyclopent-2-enyl (1R)-cis, transchrysanthemate!

Ehi non è colpa mia se i chimici parlano difficile. Quell'odore che mi piace tanto e fa subito sera d'estate si tratta del composto d-alletrina, meglio noto come zampirone. Questo nome deriva dal farmacista Giovanni Battista Zampironi, che lo inventò nel 1862 ma la molecola che usiamo oggi è stata sintetizzata nel 1949 negli Stati Uniti: purtroppo non sono riuscita a risalire alla composizione dell'originale zampirone made in Italy, forse era un impasto di autentico piretro, il repellente per insetti che si estrae dal crisantemo.

(Continua)

What’s inside: lo zampirone

zampirone

L'estate non è estate se non odora di (RS)-3-allyl-2-methyl-4-oxocyclopent-2-enyl (1R)-cis, transchrysanthemate!

Ehi non è colpa mia se i chimici parlano difficile. Quell'odore che mi piace tanto e fa subito sera d'estate si tratta del composto d-alletrina, meglio noto come zampirone. Questo nome deriva dal farmacista Giovanni Battista Zampironi, che lo inventò nel 1862 ma la molecola che usiamo oggi è stata sintetizzata nel 1949 negli Stati Uniti: purtroppo non sono riuscita a risalire alla composizione dell'originale zampirone made in Italy, forse era un impasto di autentico piretro, il repellente per insetti che si estrae dal crisantemo.

La d-alletrina invece è un piretroide, cioè una molecola creata in laboraotorio che ne imita l'azione. Le zanzare si tengono alla larga quando percepiscono la presenza dello zampirone perché i fumi sono estremamente tossici e uccidono in modo particolare perché agiscono sulle fibre nervose. Queste sono come dei fili di rame: conducono gli impulsi elettrici, il linguaggio col quale il cervello gestisce l'organsimo.

Anche in questo momento leggete delle parole ma si tratta di impulsi elettrici che hanno viaggiato lungo il nervo ottico fino al cervello. Per mantenere la loro capacità di condurre l'elettricità le fibre nervose aprono e chiudono dei canali, che sono come delle porte, in modo da gestire il traffico di cariche elettriche positive rappresentate dagli ioni di sodio e di potassio: ogni 3 ioni sodio che escono, devono entrare 2 ioni potassio all'interno della cellula nervosa.

Ebbene il canale del sodio è una specie di porta sulla membrana (la pellicola che avvolge e protegge la cellula dall'ambiente esterno) ed è fatto da una proteina che nella parte rivolta verso l'interno della cellula è idrofila, cioè attira le molecole d'acqua. Questo canale ha una forma precisa, una specie di lego biologico in cui tutto si incastra alla perfezione: quando all'interno della cellula arriva in prossimità del canale una molecola d'acqua attaccata a un atomo di sodio, la molecola d'acqua rimane attaccata alla proteina-canale e si stacca dal sodio, che così può uscire dalla cellula, rotolare lungo l'assone (il prolungamento della cellula nervosa, come se fosse una specie di ramo) e mantenere così le proprietà elettriche della cellula stessa. Ed ecco come agisce la d-alletrina: questa molecola è come un cuneo che si infila sotto la porta del sodio e la tiene aperta. Questo impedisce alla cellula di “polarizzarsi”, cioè di mantenere il suo equilibrio elettrico e alla fine, come una pila esaurita, perde la sua capacità di condurre elettricità e l'intero organismo, privato degli impulsi, si paralizza.

Povere zanzare, forse è meglio per loro rimanere spiaccicate da una giornalata.