neuroni

Quando vado dal medico di base, entro in un mondo parallelo. Innanzitutto ottenere un appuntamento non è facile. I motivi sono sostanzialmente due: il mio medico è di una pazienza infinita, non si accontenta di scrivere ricette e prescrivere esami a vanvera ma parla con il paziente fino a capire cosa c'è che davvero non va, senza trascurare gli aspetti psicologici. Il secondo motivo invece mi fa arrabbiare: tantissimi pazienti vanno dal medico perché, come mi raccontava la segretaria, non hanno niente da fare e si presentano tutti i giorni. Potrebbero andare a visitare un museo, fare un salto in biblioteca o tante altre cose ma… niente. Lo studio medico è la loro meta di prima scelta perché 1) è gratis; 2) avere una persona che ascolta le nostre sfighe è un po' come a mandare l'anima in beauty farm. Tant'è vero che non basta sfogarsi col medico: anche la piccola e affollata sala d'aspetto può diventare un confessionale a cielo aperto, dove le persone raccontano i propri guai a degli sconosciuti (e poi ci stupiamo delle sbrodolate personali che avvengono su Facebook: cambia il mezzo, ma non la sostanza).

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neuroni

Quando vado dal medico di base, entro in un mondo parallelo. Innanzitutto ottenere un appuntamento non è facile. I motivi sono sostanzialmente due: il mio medico è di una pazienza infinita, non si accontenta di scrivere ricette e prescrivere esami a vanvera ma parla con il paziente fino a capire cosa c'è che davvero non va, senza trascurare gli aspetti psicologici. Il secondo motivo invece mi fa arrabbiare: tantissimi pazienti vanno dal medico perché, come mi raccontava la segretaria, non hanno niente da fare e si presentano tutti i giorni. Potrebbero andare a visitare un museo, fare un salto in biblioteca o tante altre cose ma… niente. Lo studio medico è la loro meta di prima scelta perché 1) è gratis; 2) avere una persona che ascolta le nostre sfighe è un po' come a mandare l'anima in beauty farm. Tant'è vero che non basta sfogarsi col medico: anche la piccola e affollata sala d'aspetto può diventare un confessionale a cielo aperto, dove le persone raccontano i propri guai a degli sconosciuti (e poi ci stupiamo delle sbrodolate personali che avvengono su Facebook: cambia il mezzo, ma non la sostanza). Una volta una signora sui 65 anni mi ha mostrato le sue carte: era stata al pronto soccorso il pomeriggio del giorno prima perché le girava la testa. E quel giorno era lì per chiedere al dottore come mai la sua testa aveva girato. Il fatto che ci fossero 40 gradi all'ombra e l'umidità della foresta tropicale, non l'aveva minimamente insospettita. Quello che più mi stupisce è la solida convinzione che la medicina possa risolvere tutto. E si crede che i medici debbano saper guarire ogni cosa, prescrivere una pillola per ogni malanno e ordinare un esame per qualsiasi disturbo. Non viene mai il dubbio che, purtroppo, le cose non stiano così. La scienza ha fatto grandi progressi ma siamo ancora ben lontani dall'avere grandiosi soluzioni per ogni cosa. Gli scienziati non sono onniscienti. E spesso litigano sui loro oggetti di studio. Il funzionamento del cervello è sicuramente uno dei temi più caldi e dibattuti. Per esempio la demenza di Alzheimer non ha una cura e gli esperti non hanno neanche la certezza sulla causa. Proprio oggi leggevo un articolo interessantissimo sul The Guardian: la neurologia è di gran moda ma la comunità scientifica discute ancora sulla “dittatura dei neuroni”. Fra gli esperti infatti c'è ancora il dubbio se il cervello possa essere determinato dal funzionamento dei soli neuroni che compongono il tessuto cerebrale oppure se un ruolo importante lo giochino anche le altre cellule non neuronali come le cellule gliali: neuroni

Come dire: un buon piatto di pasta dipende dalla qualità del grano o anche dal sugo? Le cellule gliali esistono in tre tipologie: astrociti, microgliali e oligodendrociti. Quando furono scoperte, all'inizio gli scienziati non erano in grado di distinguerle e le chiamarono semplicemente “gliali” dal greco che indica la parola “colla” (in inglese: glue) perché occupavano gli spazi fra i neuroni, proprio come il cemento fra i mattoni. Il cervello però è costitutito dal 90% di cellule gliali e fino al 2010 i neuroscienziati credevano fossero “semplici” cellule di supporto nutritivo ai neuroni. Invece oggi si sa che, per esempio, gli oligodendrociti sono il 76% circa e producono una sostanza grassa chiamata mielina che serve per “ricoprire” i neuroni, proprio come uno strato di plastica avvolge i cavi elettrici: lo scopo è lo stesso, cioè fare in modo che i nervi (o i fili di rame) siano isolati e non facciano contatto tra loro, assicurando così che gli impulsi elettrici viaggino senza interferenze. Gli astrociti (hanno forma di stella, da cui il nome) invece sono fondamentali per le capacità di elaborazione delle informazioni: non mandano segnali elettrici come i neuroni ma con essi riescono a comunicare e regolano i segnali che vanno da un neurone all'altro. Analogamente le microgliali hanno un ruolo nei meccanismi immnunitari del cervello: migrano nella zona del danno e ripuliscono la zona dalle cellule morte o dai microbi. Una delle cose che mi fa…girare la testa è che pensiamo con il cervello ma il cervello non è in grado di analizzare se stesso e dirci come funziona. E i misteri su questo meraviglioso organo sembrano senza fine.