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Avete un pescivendolo di fiducia? Spero di sì, perché è l’unico modo che esiste per difendersi da una truffa colossale. Su corriere.it del 21 ottobre si legge una notizia allarmante: La procura di Torino ha aperto un’inchiesta su un prodotto, di origine spagnola, che, spruzzato sul pesce vecchio, lo fa apparire nuovamente fresco e ne copre le eventuali tossicità&hellip…(continua)

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Avete un pescivendolo di fiducia? Spero di sì, perché è l’unico modo che esiste per difendersi da una truffa colossale. Su corriere.it del 21 ottobre si legge una notizia allarmante: La procura di Torino ha aperto un’inchiesta su un prodotto, di origine spagnola, che, spruzzato sul pesce vecchio, lo fa apparire nuovamente fresco e ne copre le eventuali tossicità….In realtà sono anni che si parla di questa sostanza, nota come cafados.

È una miscela, vietata in Italia, che serve per ringiovanire nell’aspetto il pesce, facendolo apparire più chiaro e brillante: un mix di acido citrico, citrato di sodio e perossido di idrogeno. È inodore, incolore, insapore e si nasconde perfettamente.

La tossicità del pesce vecchio è causata da un accumulo di istamina. Col tempo infatti l’istidina, una componente delle proteine della carne, si trasforma in istamina, una molecola che, se presente in grosse quantità, può intossicare l’organismo in meno di un’ora.

L’istamina è presente naturalmente in tanti cibi. Per esempio il vino, la birra e il parmigiano ne sono più ricchi di altri. Però il nostro organismo possiede degli enzimi che smontano l’istamina del cibo e quindi, a meno di casi particolari, non abbiamo alcun problema. Se però l’istamina diventa troppa, come nel caso del pesce vecchio (in quello fresco è assente), si rischia una vera e propria intossicazione, chiamata sindrome sgombroide (il nome deriva dalla frequenza di questo incidente da consumo di pesce appartenente alla famiglia Scombridae come tonni e sgombri).

Assomiglia a una forte reazione allergica: rush cutaneo, arrossamenti su viso e collo, bruciore della bocca e della lingua, disturbi della vista e della respirazione e tanti altri. E tutti si manifestano entro 10 minuti dall’ingestione, fino al massimo di 3 ore (ma in genere è inferiore a 1 ora). Per saperne di più: riviste.unimi.it/index.php/food-in/article/download/1702/2854