gattaNon so voi, ma a me questo avanti e indietro delle lancette un po’ disturba. E poi che razza di ironia, chiamarlo “ritorno all’ora “solare”: evocativa di giornate brillanti e dense di fotoni luminosi, invece ci fa piombare nel buio alle cinque del pomeriggio! Eccovi un paio di estratti da articoli che scrissi per Grazia e Vogue Uomo qualche tempo fa per scoprire se effettivamente questi sessanta minuti in più e in meno possono disturbarci in qualche modo.

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gattaNon so voi, ma a me qusto avanti e indietro delle lancette un po’ disturba. E poi che razza di ironia, chiamarlo “ritorno all’ora “solare”: evocativa di giornate brillanti e dense di fotoni luminosi, invece ci fa piombare nel buio alle cinque del pomeriggio! Eccovi un paio di estratti da articoli che scrissi per Grazia e Vogue Uomo qualche tempo fa per scoprire se effettivamente questi sessanta minuti in più e in meno possono disturbarci in qualche modo.

Purtroppo il “tira e molla” dell’orologio ha qualche effetto collaterale, come sottolinea il dottor Fabrizio De Carli primo ricercatore dell'Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm) del Cnr di Genova: «Con l'inizio e la fine dell'ora legale si ha una ‘perturbazione' dei tempi che scandiscono la vita quotidiana e quindi dei ritmi circadiani che regolano importanti attività fisiologiche, prima tra tutte il ciclo sonno-veglia, ma anche la temperatura corporea, la frequenza cardiaca, l'attività metabolica e la secrezione ormonale».

Pensiamo per esempio ai turnisti: per loro alzarsi alle 5 del mattino o alle 4 fa una bella differenza. Oppure alle persone che soffrono di insonnia (12 milioni di italiani), agli ansiosi che fanno fatica ad addormentarsi, ai neogenitori alle prese con i lattanti che sfoggiano la loro ugola d’ora proprio la notte. Secondo gli esperti di psicobiologia il rischio è di passare le giornate successive con umore ballerino, distrazioni, sonnolenza e nervosismo. Perché l’adattamento dei nostri ritmi al cambio dell’ora è un grande stress per il nostro organismo.

Non è un caso che nei giorni successivi allo spostamento delle lancette aumentino gli incidenti stradali: modificare in avanti o indietro di 60 minuti altera la biochimica, cioè la produzione dei neurotrasmettitori, sostanza che servono ai neuroni per comunicare fra loro. Quindi il ritmo sonno-veglia si altera, rendendo difficile la concentrazione

Naturalmente conta molto la sensibilità individuale e andare in avanti con le lancette è comunque il minore dei mali, come afferma De Carli: «Poiché i nostri ritmi circadiani tendono naturalmente a prolungarsi oltre le 24 ore, il ritorno all’ora solare è ‘metabolizzato' in tempi molto più rapidi, che non vanno oltre una settimana».