Esco di casa e sento un intenso profumo fresco, luminoso e tenero. In altre parole: il profumo della primavera.
E allora mi sono chiesta: perché la primavera sa di primavera? Ho indagato e le sorprese non sono mancate! (continua)
Esco di casa e sento un intenso profumo fresco, luminoso e tenero. In altre parole: il profumo della primavera.
E allora mi sono chiesta: perché la primavera sa di primavera? Ho indagato e le sorprese non sono mancate!
Lo scienziato Tom Kimmer, direttore scientifico alla Venerable Trees, un’associazione no-profit che si dedica alla conservazione degli alberi antichi nel Kentucky, spiega che la tipica fragranza primaverile è determinata da composti semiochimici, cioè molecole prodotte da esseri viventi che possono influire sul comportamento di altri esseri viventi. Di sicuro questi semiochimici primaverili influiscono sul mio umore (*): ogni volta che li inalo quelli marzolini, sento una nuova leggerezza nel cuore e una sottile gioia per l’arrivo della bella stagione! Ma torniamo alla chimica.
Sono principalmente due i composti semiochimici volatili che partecipano al profumo di primavera: quelli che provengono dall’erba nuova e quelli che si sprigionano dopo la pioggia.
Quando l’erba è mangiata da una mucca o sgranocchiata da qualche insetto, dalla sua “ferita” sono rilasciate diverse molecole: aldeidi, esteri e alcoli con 6 atomi di carbonio. Questo “eau de vert” è percepito dal nostro cervello come quel tipico profumo di “verde fresco” appena tagliato che, viaggiando nell’aria anche per chilometri, alla fine arriva alle nostre narici piuttosto “diluito”, fino a diventare cioè quel tipico profumo di primavera. Dicevo prima che questi composti sono semiochimici, cioè sono messaggi. Infatti le piante le usano per lanciare un allarme e chiedere soccorso: “Ehi, c’è qualcuno qui che mi sta mangiando!”, attirando così quegli insetti che mangiano … chi mangia le piante.
Nel profumo di primavera c’è anche lo zampino del 2-methylisoborneol, una sostanza rilasciata dai cianobatteri (microrganismi acquatici) quando muoiono e della geosmina (dal greco “profumo di terra”), un composto rilasciato da altri attinomiceti (presenti nel terreno) sempre quando muoiono. In pratica il dolce profumo della stagione che celebra il risveglio della natura è … odore di batteri morti!
Curiosamente la geosmina mescolata all’aria aperta regala quel delizioso profumo di “pulito” subito dopo la pioggia ma allo stesso tempo è responsabile dell’odore di “tappo” dei vini conservati male. A cosa serve la geosmina? Probabilmente per comunicare agli animali la presenza di acqua, come ipotizza il professor R. Meganathan dell’Università dell’Illinois: i cammelli per esempio riescono a percepire la presenza dell’acqua in un’oasi anche a 80 chilometri di distanza ma dato che l’acqua non ha odore, questi animali quasi sicuramente percepiscono la presenza di geosmina.
Un’ultima cosa: avete notato che alle volte si sente l’odore di aria fresca mista a pioggia prima che questa arrivi? Questo succede perché il terreno si… sgasa. Dato che prima di un temporale la pressione atmosferica diminuisce (quindi “schiaccia” meno sul terreno), dal suolo emergono effluvi d’aria impregnata di geosmina.
PS E non solo sull’umore. Fra gli effetti dei semiochimici dovrebbero aggiungere: aumento della voglia di shopping…
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