tatooAvete un tatuaggio? Io no, almeno per ora. Mi piacerebbe avere un micio stilizzato, magari sulla spalla oppure sulla nuca farmi scrivere il nome del mio gatto Chicco, che ormai gioca al di là del Ponte. Chissà, un giorno forse mi deciderò. La chimica dei tatuaggi comunque è molto interessante: documentandomi ho scoperto innanzitutto come mai i pigmenti sono permanenti. Il segreto è di essere inattaccabili dagli spazzini…(continua)

 

tatooAvete un tatuaggio? Io no, almeno per ora. Mi piacerebbe avere un micio stilizzato, magari sulla spalla oppure sulla nuca farmi scrivere il nome del mio gatto Chicco, che ormai gioca al di là del Ponte. Chissà, un giorno forse mi deciderò. La chimica dei tatuaggi comunque è molto interessante: documentandomi ho scoperto innanzitutto come mai i pigmenti sono permanenti. Il segreto è di essere inattaccabili dagli spazzini!

Quando un corpo estraneo penetra nell’organismo, il sistema immunitario si attiva per isolare l’invasore, ucciderlo e poi espellerlo. Nel caso degli inchiostri questo non è possibile perché le particelle sono troppo grosse per essere fagocitate dai globuli bianchi (macrofagi) e trasportate verso il flusso sanguigno per essere eliminate.

 

Negli inchiostri sono presenti particelle anche di dimensioni nanometriche, soprattutto in quelli neri, ma una volta iniettati sottopelle, nel giro di pochi giorni si uniscono formando cristalli amorfi (cioè senza forma ben definita), più grandi e quindi inattaccabili. Nel frattempo qualche nanoparticella può migrare verso lo stato più esterno e venire dispersa con il rinnovamento dello stato corneo (formato dalle cellule morte, è quello superficiale) oppure essere “mangiata” dai macrofagi ed espulsa. Dopo 2-3 però mesi il tatuaggio diventa stabile.

 

Quando l’artista lavora, l’ago penetra fino a circa 1 millimetro pungendo dalle 50 alle 3000 volte in un minuto. Per facilitare la penetrazione dell’inchiostro e vincere l’attrito contro le strutture della pelle, si usano i cosiddetti “carrier”, fra cui acqua purificata o glicerolo, in cui sono sciolti i pigmenti.

 

L’inchiostro è rilasciato nello strato di pelle “sotterraneo” chiamato derma: quando ammiriamo un tatuaggio, è come vedere le monetine sul fondo di una fontana piena d'acqua perché il disegno non è lì in superficie ma coperto dall’epidermide, trasparente.

 

Perché col tempo possono sbiadire? Perché i pigmenti si spostano, soprattutto se sono stati iniettati troppo in profondità, dove le strutture della pelle sono più complesse e attive. Naturalmente la distorsione del disegno può anche essere un segno del cedimento della pelle, che col passare del tempo vede rallentare la sua capacità di rigenerazione (in altre parole: invecchia e rammollisce!).

 

Rimuovere un tatuaggio non è mai semplice. Oggi si utilizza il laser, che proprio come il raggio di Star Trek, frantuma i pigmenti in modo che possano essere portati via dalle cellule-spazzine del sistema immunitario. Può lasciare cicatrici (il laser è un raggio carico di energia e può danneggiare le cellule).

 

 

Fonti

http://archives.evergreen.edu/webpages/curricular/1999-2000/humanbio/TattooInk.htm

http://orbit.dtu.dk/en/publications/tattoo-inks-in-general-usage-contain-nanoparticles%28a968c026-7754-499a-83de-591104ec9787%29.html

http://health.howstuffworks.com/skin-care/beauty/skin-and-lifestyle/tattoo.htm